La Storia di Affori

Il Comune

Affori era un antico borgo, già citato negli 'Statuti delle acque e delle strade' del contado di Milano fatti nel 1346 (in cui appare compreso nella pieve di Bruzzano).

Dell' antico abitato rimangono tracce medievali e rinascimentali come la torre di guardia in via Osculati (costruita attorno al XIV secolo), che faceva parte del complesso dell' antica chiesa di Santa Giustina.

 

Il nucleo principale del borgo, parte del quale è tuttora esistente come centro storico, era presso l' attuale strada via Taccioli - Via Cialdini.

Tale strada era all'epoca secondaria rispetto a due più importanti vie d'epoca romana che da Milano si dirigevano in direzione nord verso Como.

Una (l'attuale via Bovisasca), realizzata per il traffico militare, che passava ad ovest di Affori, presso la quale sorse l' antica chiesa di San Mamete (alcune cui parti ancora esistenti risalgono al XI secolo) e l'omonima cascina (nei pressi dell' attuale quartiere Bovisasca).

L'altra (l'attuale via Giuditta Pasta), per il traffico civile, a est dove sorse Bruzzano.

 

Questo condizionò lo sviluppo e l'importanza del borgo di Affori, che rimase secondario e dipendente dai centri vicini più importanti.

Questo anche dal punto di vista ecclesiastico.

 

Tra l'altro Affori, cosa abbastanza insolita, era divisa tra due pievi, una parte dipendeva da quella di Bruzzano (ad est), l' altra da quella di Bollate (ad ovest).

 

L'economia era prevalentemente agricola, con numeroso cascine che sfruttavano per l'irrigazione l'acqua a temperatura mite tutto l'anno delle risorgive, che consentiva la coltura a marcite.

 

 

 

 

 

 

 

CHIESA DI SANTA GIUSTINA - PIAZZA SANTA GIUSTINA

Questo edificio religioso, anche se piacevole a vedersi, non è particolarmente importante per la storia dell’arte. Ciò che contiene, tuttavia, ricorda diversi episodi della moderna storia Lombarda.

 

Cominciamo dalla 'Vergine delle Rocce', tavola di chiara scuola leonardesca (quella del Maestro si trova al Louvre di Parigi), forse dipinta da quello stesso Bernardino Luini, l’allievo più bravo di Leonardo da Vinci, che ha lasciato notevoli opere aventi come soggetto sempre delicati ritratti di Vergini con Infanti.

Gli altari maggiore e laterale sono del Clerichetti, mentre le statue degli angeli sono dello scultore Pompeo Marchesi, due nomi piuttosto noti nel mondo dell’arte del XIX SECOLO.

 

La tradizione orale vuole che, poco prima di essere inaugurata nel 1859, fosse stata adibita a ricovero dei feriti provenienti dalla fortunosa battaglia di Magenta, condotta dal generale Cialdini (a cui è stata intitolata una vie nelle vicinanze).

 

 

 

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